
Nel 2017 Gucci prima e Michael Kors in seguito hanno deciso di non produrre più i capi in pelliccia. Fantastica notizia per quelli che come me, non trovano senso di usare pelo animale per scaldarsi durante i lunghi e freddi inverni. Ma quando diciamo “ecopelliccia” esattamente cosa intendiamo? Vorrei chiarire la differenza fra la pelliccia ecologica e pelliccia sintetica, perché quando le cose vengono chiamate con il proprio nome è più facile fare la scelta più giusta rispetto alle singole esigenze. Le pellicce ecologiche sono quelle realizzate in fibra naturale, come per esempio il cotone, e comportano quindi un basso impatto ambientale. Quelle sintetiche invece sono realizzate con le fibre come poliestere e modacrilico, oppure altri derivati da petrolio. È difficile quindi definire queste ultime come ecologiche, data la natura delle fibre con cui sono prodotte. Quanto è più dannoso l’impatto della produzione di pellicce vere rispetto a quelle sintetiche? A mio avviso sono molto dannosi entrambi, visto che in entrambi i casi vengono usate sostanze chimiche inquinanti e le pellicce sintetiche non sono assolutamente biodegradabili. La scelta che riguarda l’uso delle seconde è quindi più etica che ecologica. Come destreggiarsi allora in questo vicolo cieco? Per fortuna il progresso ci offre la possibilità di fare una scelta creativa, senza ipotecare la casa per essere alla moda. Chi desidera una pelliccia vera può optare sulla scelta vintage. I modelli un pò agée non dovrebbero turbare, perché ci sono molti laboratori dove si possono modificare, ridando così dignità e un tocco di stile a questi capi preziosi. A Genova, per esempio, opera la storica pellicceria Lazzaretti, dove si possono trovare dei bellissimi pezzi retrò e accordare in loco le riparazione da eseguire. Fare gli acquisti in modo consapevole è la migliore opzione. Mi spiego meglio. La moda è frenetica e veloce, ed è difficile starle dietro senza dilapidare patrimoni famigliari durante ogni stagione. La scelta di un capo importante come la pelliccia dovrebbe essere ben pensata, in modo che questa sia utilizzabile e che ci renda felici durante gli anni. Io consiglio di evitare colori sgargianti e tagli particolari, optando per qualcosa di più basico. Sono riuscita a convincere mia mamma a lasciarmi la sua pelliccia “etica” color carta da zucchero . Disegnata mia mamma e cucita da un sarto bravissimo negli anni ’90, dopo più di vent’anni è attuale più che mai e si abbina bene a tutto. In assenza di pezzi da novanta che vengono tramandati da madri a figlie, vorrei parlarvi di tre brand che mi piacciono molto. Shrimps, è un giovane marchio londinese, specializzato in sono i capispalla e le pellicce etiche. Lo stile è femminile dal tocco lievemente retrò. Un altro modo per essere creativi è scegliere una ecopelliccia realizzata con materiali naturali. Il cappotto “teddybear”, di Max Mara , cui nome in realtà è Aurelia, mi ha letteralmente fatto impazzire. Realizzato in pelliccia di cammello e dal taglio morbido, è meraviglioso sia se abbiano a un look sportivo, che elegante. Siccome i cappotti di Max Mara sono sempre attuali, è un investimento che vale la pena fare. De’ Hart è un’azienda italiana più di nicchia, che crea pellicce etiche giocose e con un bel taglio, io ne ho una da tanti anni e continuo a raccogliere complimenti quando la indosso.
Fatemi sapere se le mie dritte vi sono state utili, e scrivete la vostra nei commenti!
